Cronache di messidoro 1257
Terzo giorno della prima
decade di Messidoro
1257
Irradia,
Meridia
Bazar a Irradia
Ad Irradia, in corrispondenza con le celebrazioni di una decade intera per il Giorno della Virtù è stato organizzato un imponente Bazar che ha richiamato mercanti e viaggiatori da tutte le Terre Spezzate. Ma le celebrazioni sacre e profane sono state funestate, negli ultimi giorni di Solario, da incursioni lungo la
Cost'Elia che hanno affondato tre navi meride e attaccato diversi villaggi di pescatori. Si dice che uomini d'arme senza insegne siano sbarcati e che trenta fanciulle vergini siano state rapite durante lo sbarco. Poiché la pirateria che da anni funestava le Terre Spezzate è stata infine sgominata e nessun carico pare sia stato rubato, molti pensano che l'attacco provenisse nientemeno che dai Signori di
Capo d'alba, infuriati con il Principe
Aristarco degli Alessandridi. La voce che Sua Altezza Solare si sia invaghito della
novella sposa del rampollo
Vignalba e che durante il recente
Consiglio dei Vescovi l'abbia fatta scortare in gran segreto a
Piazza del Sole serpeggia ormai in ogni corte, e molti testimoni hanno assistito alla sfuriata del barone
Teodoro Vignalba. Nel monastero di Canuto delle Selve la sua vendetta deve essere stata tenuta a freno solo dall'autorità reale, ma a quanto pare l'ennesima conquista di Aristarco non verrà in alcun modo tollerata dai severi baroni di Capo d'Alba.
In una sua recente lectio la
Tetrarca Beatrix ha ammonito i fedeli leggendo brani del
Secondo Libro dell'Illuminazione del Profeta Castamante, un chiaro tentativo di placare i bollenti spiriti di entrambi i protagonisti dello scandalo. Nel frattempo, proprio in vista del Bazar della Virtù, una nave coronense scivola sulle onde del placo
Mar d'Alba verso il porto d'Irradia. Alla brezza marina garriscono due stendardi, il gonfalone reale dei
Gastaldi e il temuto vessillo su cui campeggia il
sole rosso in campo blu.
Settimo giorno della seconda
decade di Messidoro
1257
Punta Artiglio,
Altabrina
Corsa all'Oro
Punta Artiglio, da tempo gli sciamani del
Clan del Gufo sognano di trovare le immense ricchezze che si celano nelle sue impervie montagne, ma nonostante diverse piccole spedizioni abbiano tentato l'impresa, gli esploratori inviati non hanno mai fatto ritorno. Mosso infine dai numerosi presagi dei potenti
Sciamani del Gufo, il
Principe di Altabrina ha però acconsentito ad avviare una vera e propria missione di ricerca supportato dall'alleanza di un altro principato delle Terre Spezzate con cui verranno spartiti i ricchi proventi in oro e pietre preziose.
In occasione della grande festa in cui si riuniranno gli alfieri del Clan del Gufo, nel settimo giorno della seconda decade di Messidoro, Falcobrando ha dunque invitato le delegazioni di ogni Principato quali suoi ospiti; con il palese intento di trovare un alleato nella promettente esplorazione di Punta Artiglio. Giacimenti d'oro e pietre d'impareggiabile bellezza si dice attendano i coraggiosi che riusciranno a vincere le pericolose e misteriose montagne.
Non è però sfuggito ad alcuna delle corti invitate che ogni festa ad Altrabrina è anche occasione di celebrazioni religiose, riti e cerimonie ai potenti spiriti. Per questo, nonostante sia stato personalmente invitato il nuovo
Padre Pellegrino di Altabrina
Alarico Braganza, sacerdote della
Tetrade e fedelissimo del
Principe d'Urso, non sono da escludersi dissidi e disordini causati dal più fervente e religioso dei Clan...
Gira inoltre voce che il
Principe Falcobrando abbia rinnegato uno dei suoi alfieri più vicini, e che l'abbia scacciato dalla
Gargiarocca insieme con i suoi guerrieri del clan. Dall'isola del Clan del Falco diverse navi sono partite verso est per non fare più ritorno e alcuni malignano che la Voce dell'Inverno abbia tuonato contro il fidato cugino su imposizione di Sua Maestà, stanco delle sospette razzie nel
Gran Golfo.
Riassunto di quanto accadde
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